TRADIZIONI E FESTIVITA'

Suggestiva
è la celebrazione della Pasqua: la settimana Santa ha inizio nella serata del
mercoledì con la processione del "Cristo alla Colonna" che viene portato in
tutte le chiese, dove è accolto da canti e preghiere che fanno parte del
patrimonio culturale e religioso del paese. I festeggiamenti continuano il
giovedì con le celebrazioni della cena del Signore, tenute in tutte le chiese
licodiane.
La giornata del Venerdì Santo prevede la processione dei devoti
che, per voto, portano a spalla per l'intera giornata, una croce molto pesante
ed antica.
Intorno alle 10,30, in piazza Vittorio Emanuele, avviene "la
Giunta", cioè l'incontro tra il Cristo, proveniente dalla chiesa di Santa Lucia,
e l'Addolorata, che proviene dalla chiesa del Crocifisso. Alle 17,00 il Cristo
viene messo in croce sul monte Calvario e l'Addolorata viene coperta da un manto
nero, mentre si intonano antichi canti popolari. Dal monte Calvario i due
simulacri vengono portati alla chiesa dei Cappuccini, percorrendo antiche viuzze
che all'imbrunire, in questa speciale occasione, si avvolgono di un alone
mistico. I fedeli si recano in chiesa "a fari a paci co' Signori" (a
riconciliarsi con il Signore Gesù), perché colpevoli della crocifissione. In
tarda serata dalla chiesa dei Cappuccini muove una lunga processione al seguito
del Cristo morto che viene portato in una bara fino alla chiesa Madre, seguendo
un andamento particolare ("ca' nnacata), cioè due passi avanti e uno
indietro.
In passato durante il Sabato Santo nella Chiesa Matrice si
assisteva ad una funzione religiosa molto suggestiva: a mezzogiorno, mentre le
campane di tutte le chiese annunciavano il grande prodigio della resurrezione,
davanti all'altare maggiore avveniva la cerimonia della "Calata a' Tila", cioè
la caduta di una tela di lino di forma rettangolare, tessuta dalle fanciulle
vergini di Licodia e dipinta da un pittore di Palazzolo Acreide. In essa è
raffigurata tutta la passione di Cristo insieme ad immagini di vita licodiana.
Quando la tela cadeva per terra appariva l'immagine del Cristo resuscitato. Le
credenze popolari davano una importanza straordinaria al modo in cui cadeva la
tela, se si ripiegava ordinatamente si prevedeva un ricco raccolto, se invece,
si ripiegava disordinatamente i contadini temevano una brutta annata. Si può
così immaginare con quale trepidazione ed ansia si attendeva il Sabato Santo. La
funzione fu sospesa alla vigilia della seconda guerra mondiale, ma la tela è
stata conservata ed è attualmente esposta nella chiesa Madre quale documento di
questa antica tradizione.
Le manifestazioni religiose della settimana Santa
si concludono la domenica pomeriggio con la "Giunta", l'incontro tra la Madonna,
avvolta da un manto nero e portata a spalla dai giovani del quartiere, ed il
Cristo Risorto. L'incontro viene annunciato da due giovani che portano uno
stendardo azzurro (il colore della Madonna) e rosso (il colore di Cristo).
Durante l'annunciazione i due portatori, con volteggi spericolati, mettono in
mostra la loro abilità e prestanza fisica.
LA PASQUA A LICODIA EUBEA ... Cenni storici
Le celebrazioni della
Settimana Santa in Licodia Eubea rivestono particolare importanza in tutto
l'interland della Provincia.
Antichissima, la Pasqua in Licodia vede gli
albori nel 1565, allorché il Canonico Dott. Sacerdote Don Ascenzio De Pisanis,
proveniente dalla Spagna, coadiuvato dalla presenza di molti Sacerdoti e monaci
locali, nonché da chierici diocesani e fedeli, ebbe cura di raccogliere ed
ordinare con certosina perizia tutta una serie di elementi religiosi greci
bizantini, normanni, svevi e spagnoli con l'obiettivo principale di celebrare
solennemente la morte e la resurrezione di Cristo.
Le celebrazioni iniziavano
all'epoca il Mercoledì delle Ceneri: da quel momento e fino alla Crocefissione
del Venerdi Santo era un ripercorrere con profondo pathos la via dolorosa verso
il Calvario.
Oggi le manifestazioni religiose, pur avendo perso molto del
passato, mantengono in parte la tradizione iniziata nel XVI secolo e si
celebrano secondo un calendario molto ricco che prevede anche eventi culturali e
folkloristici.
Si da avvio al triduo pasquale nella serata del mercoledì, con
la processione del Cristo alla Colonna che lascia la Chiesa del Rosario, dove viene custodito, per
raggiungere a tappe tutte le altre Chiese parrocchiali.
Questo è anche il
momento, storico per Licodia, dei canti e dei lamenti che faranno da cornice a
tutte le celebrazioni: protagonisti i cantori licodiani, che si tramandano di
padre in figlio il compito di eseguire antichi canti, che diventano poi veri "Lamenti"e la cui pronunzia è il risultato della rielaborazione
orale dei brani ufficiali della liturgia latina.
Il Giovedì Santo è tutto
dedicato alle celebrazioni eucaristiche e alla visita notturna agli altari della
riposizione, nel passato indicati come "visita ai sepolcri".
Il momento forte
del triduo pasquale, il più coinvolgente dal punto di vista religioso e
psicologico, è il Venerdi Santo, per partecipare al quale moltissimi
concittadini rientrano dalle Nazioni di emigrazione, dove vivono stabilmente da
decenni.
Intorno alle 10,30, in Piazza Vittorio Emanuele, si assiste alla
"Giunta", cioè all'incontro tra il Cristo tirato da Circello, proveniente dalla chiesa di S. Lucia, e l'Addolorata, che
proviene dalla chiesta del Crocifisso.
I due simulacri si avviano verso la
chiesa del Crocifisso, dove già si sta procedendo, alla presenza di una marea di
persone, alla "vinnita" della Croce: il privilegio di portare sulle spalle
questo pesante legno sino al Monte Calvario, in segno di devozione e penitenza
per grazia ricevuta, se lo aggiudica ai tempi nostri chi offre più soldi fra i
diversi aspiranti portatori.
Tutto avviene in pochi minuti: la tradizione
vuole che l'asta si esaurisca nel momento in cui appaiono in lontananza i due
simulacri.
Caratteristica l'ascesa verso il Calvario con il portatore vestito
di una bianca tunica e caricato della Croce che viene issata e posizionata per
il rito successivo.
Nel pomeriggio, intorno alle ore 17,00 e dopo la
celebrazione liturgica della Passione nelle chiese parrocchiali, inizia dalla
Chiesa Madre la solenne processione di Cristo nell'Urna " U Signuri a' Cascia" e dell'Addolorata: una folla più o meno silenziosa segue
le statue sino al Monte Calvario, dove si rinnova il rito della
Crocifissione.
Dal Monte Calvario le sacre immagini vengono accompagnate
alla Chiesa dei Cappuccini, percorrendo antiche viuzze che all'imbrunire, in
questa speciale occasione, si avvolgono di un alone mistico.
Dopo una sosta
di circa due ore nella Chiesa dei Cappuccini, nel corso della quale ai fedeli
viene data la possibilità di andare "a fari a paci co' Signori", in tarda serata
muove una lunga processione al seguito del Cristo morto nell'urna fino alla
Chiesa Madre, seguendo un andamento particolare, quello "ca' nnacata", cioè due
passi avanti e uno indietro.
Suggestivo, poi, ascoltare le Sette Spade che
subito dopo vengono cantate mentre si riaccompagna nella Chiesa del Crocifisso
il simulacro di Maria Addolorata.
In passato durante il Sabato santo nella
Chiesa Matrice si assisteva ad una funzione religiosa molto suggestiva: a
mezzogiorno, mentre le campane di tutte le chiese annunciavano il grande
prodigio della resurrezione, davanti all'altare maggiore avveniva la cerimonia
della "Calata a Tila", cioè la caduta di una tela di lino di forma rettangolare, tessuta
dalle fanciulle vergini di Licodia e dipinta da un pittore di Palazzolo
Acreide.
In essa è raffigurata tutta la passione di Cristo insieme ad
immagini di vita licodiana.
Quando la tela cadeva per terra appariva
l'immagine del Cristo resuscitato.
Le credenze popolari davano una importanza
straordinaria al modo in cui cadeva la tela, se si ripiegava ordinatamente si
prevedeva un ricco raccolto, se invece si ripiegava disordinatamente i contadini
temevano una brutta annata.
Si può così immaginare con quale trepidazione ed
ansia si aspettava il Sabato Santo. La funzione fu sospesa alla vigilia della
seconda guerra mondiale, ma la tela è stata conservata ed è attualmente esposta
nella chiesa Madre quale documento di questa antica tradizione.
Le
manifestazioni religiose della settimana Santa si concludono la domenica
pomeriggio con la "Giunta", l'incontro tra la Madonna, avvolta da un manto nero
e portata a spalla dai giovani del quartiere, ed il Cristo
Risorto.
L'incontro viene annunciato da due giovani che portano uno stendardo
azzurro (il colore della Madonna) e rosso (il colore di Cristo).
Durante
l'annunciazione i due portatori, con volteggi spericolati, mettono in mostra la
loro abilità e prestanza fisica.
Programma Pasqua 2012